Igreja

“Lo Spirito rompe le frontiere e abbatte i muri dell’indifferenza e dell’odio”, Papa Leone XIV

Durante la celebrazione di questa mattina, 8 giugno, Solennità di Pentecoste, il Santo Padre ha invitato a “aprire le frontiere” e a stabilire unità e “veri legami” in un mondo “iperconnesso e disorientato”.

comshalom

Nel giorno che segna un mese dall’elezione di Papa Leone XIV a Pontefice Romano, il Santo Padre ha presieduto la sua prima Solennità di Pentecoste nel Pontificato, con la partecipazione di migliaia di pellegrini da tutto il mondo.

In una giornata di sole che chiude il tempo pasquale, Leone XIV ha sottolineato che la prima opera dello Spirito è interiore: rompe le barriere dell’egoismo, dell’individualismo e della paura, facendo spazio in noi all’amore.

“Lo Spirito Santo viene a sfidare, nel nostro intimo, il rischio di una vita che si atrofizza, assorbita dall’individualismo”, ha spiegato il Santo Padre, denunciando come in un mondo iperconnesso milioni rimangano soli e disorientati.

“Sperimentare la gioia e aprirsi agli altri”

“È triste osservare come in un mondo in cui si moltiplicano le occasioni di socializzare, rischiamo paradossalmente di essere più soli—sempre connessi eppure incapaci di ‘creare legami’, immersi nella folla eppure restando viaggiatori disorientati e solitari.”

Durante l’omelia, il Papa ha ricordato che lo Spirito di Dio “ci fa scoprire un nuovo modo di vedere e vivere la vita”: da una parte “ci apre all’incontro con noi stessi, al di là delle maschere che indossiamo”, ma ci “conduce anche all’incontro con il Signore, insegnandoci a sperimentare la sua gioia.”

Lo Spirito Santo ci aiuta anche a far maturare i frutti che favoriscono relazioni autentiche e sane: “quando l’amore di Dio dimora in noi, siamo capaci di aprirci ai nostri fratelli, di vincere le nostre rigidità, di superare la paura verso chi è diverso,” ha assicurato il Pontefice, ricordandoci che lo Spirito agisce anche tra le persone, trasformando quei pericoli nascosti che contaminano i rapporti—come i malintesi e i pregiudizi—e denunciando con fermezza le forme di violenza e dominio, citando con dolore i recenti casi di femminicidio.

Ha anche invitato a mettere in pratica “il comandamento dell’amore,” concludendo l’omelia ricordando che “lo Spirito rompe le frontiere e abbatte i muri dell’indifferenza e dell’odio” in un mondo dilaniato da guerre e migrazioni forzate.

Portatori di speranza con la pace nel cuore

Prima di concludere la celebrazione, Leone XIV ha rivolto un caloroso saluto e ringraziamento a tutti i rappresentanti delle associazioni, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, tra cui decine di missionari della Comunità Shalom:

“Care sorelle e cari fratelli, andate rinnovati dalla forza dello Spirito Santo da questo Giubileo dedicato a voi. Andate e portate a tutti la speranza del Signore Gesù!”

“Per intercessione della Vergine Maria, imploriamo lo Spirito Santo per il dono della pace. Prima di tutto, la pace nei cuori: solo un cuore pacificato può diffondere pace nella famiglia, nella società, nelle relazioni internazionali. Che lo Spirito del Cristo Risorto apra vie di riconciliazione ovunque ci sia guerra; illumini i governanti e dia loro il coraggio di compiere gesti di distensione e dialogo,” ha concluso.

 


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